Cos’è il rischio ergonomico, come si valuta e come si riduce

Svolgere il proprio lavoro in un ambiente che sentiamo come accogliente è fondamentale per assolvere ai propri compiti nella maniera più produttiva possibile, sentendosi appagati e riuscendo a raggiungere la soddisfazione personale e professionale. Per raggiungere questo obiettivo, però, non basta essere contenti della propria mansione. È necessario che l’ambiente in cui ci troviamo a lavorare sia sempre in linea con le norme sulla sicurezza dei lavoratori e che garantisca un ambiente adeguato che ci protegga da malesseri, infortuni o malattie professionali.

È in quest’ottica che si parla di ergonomia, una disciplina che ha avuto un forte sviluppo negli ultimi anni e che si occupa di studiare il rapporto e le interazioni tra l’uomo, le macchine e l’ambiente in cui essi si trovano.

Nelle professioni sedentarie, più prettamente d’ufficio, ma anche nelle fabbriche e in altri luoghi di lavoro risulta al giorno d’oggi sempre più imprescindibile valutare il rischio ergonomico. In questo articolo scaveremo nel concetto di ergonomia e scopriremo insieme cos’è e come ridurre il rischio ergonomico.

ufficio

Il rischio ergonomico: in cosa consiste e come si valuta?

Il concetto di rischio ergonomico riguarda tutte quelle attività che mettono potenzialmente a rischio il benessere psicofisico di una persona. Per calcolare il rischio ergonomico si dovranno individuare le attività che richiedono posture particolari, movimenti ripetitivi o un ambiente circostante non ottimale.

Per esempio, nel caso di attività che richiedono continui trascinamenti, sollevamenti e spinte (come il lavoro del magazziniere solo per citarne uno) il rischio di contrarre patologie e problemi a muscoli e articolazioni è elevato, soprattutto se non si rispettano le norme ergonomiche.

Anche in attività sedentarie, lavorando molte ore seduti, di fronte a un pc e magari senza pause, il rischio di incorrere in posizioni e atteggiamenti erronei è alto. Il rischio è quello di accusare dolori e sviluppare problemi transitori o danni permanenti.

In tutti questi casi, per rischio ergonomico intendiamo quindi tutti quei comportamenti e quegli elementi (attrezzature e ambiente non adeguati per esempio) che aumentano la probabilità che un individuo sviluppi patologie o problemi fisici o psichici.

Tale rischio non è presente solo a livello lavorativo ma interessa ogni sfera della nostra vita. Nel posto di lavoro però è particolarmente importante conoscerlo e prevenirlo, tanto che l’attuale normativa sulla sicurezza sul lavoro stabilisce che il datore è tenuto ad operare una valutazione dei rischi ergonomici e ad inserirla all’interno del Documento di valutazione dei rischi. Per questo tipo di valutazione è bene affidarsi a professionisti del settore che siano specializzati e che sappiano cosa cercare e quali elementi tenere in conto.

rischio ergonomico

Come ridurre il rischio ergonomico?

Si può ricorrere ad una serie di accorgimenti generali che possono aiutarci a ridurre il rischio ergonomico durante tutte le nostre attività.

  • La forza: in movimenti ripetitivi e faticosi è bene tenere sempre sotto controllo la forza utilizzata, ed evitare che lo sforzo sia eccessivo.
  • La postura: bisogna sempre fare attenzione e a non assumere posture scorrette durante le attività che si svolgono, in modo da scongiurare l’insorgenza di mal di schiena o problemi alla colonna vertebrale.
  • I tempi di recupero: qualsiasi attività si stia compiendo, è importante dosare correttamente i tempi di recupero, in modo che siano correttamente intervallati e non troppo brevi.

Anche nel caso specifico, per esempio, del rischio ergonomico in ufficio, possiamo passare in rassegna i più importanti accorgimenti da tenere a mente:

  • La sedia: questa dev’essere regolata in modo che le gambe formino un angolo di 90° con pavimento e ginocchio. Lo schienale deve sostenere il tratto lombare della colonna vertebrale in modo da facilitare il mantenimento di una postura corretta.
  • Il piano di lavoro: deve permettere il posizionamento dei gomiti e dev’essere abbastanza spazioso. Sotto di esso devono esserci almeno 70 cm per il comodo spostamento delle gambe.
  • Lo schermo: dev’essere regolabile e, in caso di utilizzo continuativo, la posizione dev’essere frontale. Bisogna mantenere una distanza da esso di circa 50-70 cm.
  • Ambiente generale: è necessario che ci sia una buona illuminazione, un rumore non eccessivo e un microclima adatto.
postazione di lavoro pc

Perché l’ergonomia è cosi importante?

Alla luce di tutti i fattori di rischio ergonomici che possiamo ritrovare sul luogo di lavoro, risulta chiaro il ruolo sempre più determinante dell’ergonomia. Essa si occupa infatti di prevenire l’insorgenza di malattie professionali o di infortuni legati ad attività monotone e ripetitive che possono, alla lunga, debilitare il lavoratore. Ma l’ergonomia non si limita alla sfera fisica, bensì coinvolge il benessere del lavoratore a 360°. Distinguiamo al suo interno tre sotto-discipline:

  • Ergonomia fisica: è quella di cui abbiamo parlato, si occupa degli aspetti fisiologici delle attività svolte dal lavoratore.
  • Ergonomia cognitiva: si occupa dei processi mentali e tiene in conto diversi fattori come lo stress, la capacità di giudizio ecc.
  • Ergonomia organizzativa: si concentra sulla progettazione del lavoro, nei suoi tempi e nelle sue modalità.

Rispettare le indicazioni che questa disciplina offre ed essere sempre informati sulle novità permette di vivere il luogo in condizioni di totale sicurezza. Ciò aiuterà i lavoratori a svolgere al meglio le proprie mansioni e a raggiungere maggiore soddisfazione e più voglia di fare.

Utilizziamo diversi tipi di cookie per garantirti un'esperienza di navigazione ottimale. Troverai abilitati solo quelli che permettono il corretto funzionamento del sito e l'invio di statistiche anonime sul suo utilizzo.

Vuoi abilitare anche i cookie opzionali per le finalità indicate nella Privacy e Cookie Policy?

SI NO